Sicilia Doc, continente di vino. Numeri e intenzioni enologiche della terra baciata da bacco

26 nov
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a cura di Riccardo Corazza

Inevitabile che parlando del ‘vigneto’ siciliano l’attenzione venga fatalmente catalizzata dall’Etna, che negli anni ha captato maggiormente l’attenzione della stampa e del pubblico, anche grazie ad una narrazione più vigorosa ed accattivante.

È invece proprio con il tramite della conoscenza del mondo del Sicilia DOC che si è in grado di metabolizzare la complessità e la ricchezza del movimento enologico della Trinacria e i suoi sviluppi futuri.

Il momento ideale per realizzarlo sono stati i giorni del Sicilia DOC Collection, andati in scena dal 18 al 20 novembre a Palermo, in una cornice di iniziative ricca ed articolata, fra masterclass, visite a cantine, cene con i produttori e convegni, orientati a facilitare quanto più possibile l’avvicinamento ad un ‘continente’ vitivinicolo di smisurata vastità.

L’enorme estensione dell’Isola, infatti, unita alla sua posizione nel Mediterraneo, per non parlare della grande eterogeneità dei suoli (ensemble che il Consorzio di Tutela, nato un anno dopo la creazione della DOC, nel 2012, ha giustamente ribattezzato ‘mosaico di territori’) conduce agli impressionanti numeri di un vitato approdato a 20.595 ettari, con quasi 82 milioni di bottiglie realizzate nel 2024.

Catarratto (anche detto Lucido) e Grillo per i bianchi, Nero d’Avola e Perricone per i rossi sono i principali motori di un movimento che sta cercando, fattore emerso molto chiaramente dalla tre giorni, nuove soluzioni per il progressivo ed inevitabile aumento delle temperature, come confermano anche gli obiettivi raggiunti ma soprattutto quelli previsti dal protocollo di SOStain Sicilia, la fondazione presieduta da Alberto Tasca d’Almerita, che riunisce imprese, istituzioni e ricerca sul tema della rigenerazione ambientale, sociale ed economica, proponendo una serie di modelli virtuosi e pratiche per una produzione più sostenibile.

I numeri del Sicilia DOC, che ormai può contare su 7.264 viticoltori, sono anche indicativi dell’importanza di un movimento che ormai da diversi anni sta lavorando con grande consistenza sulla qualità dei prodotti, ambasciatori di un incoming turistico sempre più interessato alla conoscenza approfondita di un territorio enoico di assoluta eccellenza.